TESTIMONIANZA RENZI
Teatri Comunicanti - Eventi Culturali
Porto Sant’Elpidio
Nel 1988 la nostra era una giovane e per molti versi inconsapevole compagnia, avevamo fatto il nostro primo spettacolo nel 1978 con un faro da 1000, uno da 500 e una quarzina anch’essa da 500, nessuna scuola, nessuno che ci avesse raccontato cosa fosse il mercato, le sue regole, i suoi trucchi, solo tanta voglia di fare. Da dieci anni bussavamo a tutte le porte di tutte le case e nessuno rispondeva, nessuno voleva neanche guardare di quale merce eravamo portatori. Quando oggi vedo giovani ragazzi di colore trascinare quei grandi bazar ambulanti e pazientemente suonare ai campanelli delle case, ripenso a quei periodi e per certi versi ne colgo diverse similitudini. Luciano Castellani fu uno di quelli che aprirono la porta, osservò le mercanzie di cui era colma la nostra borsa\bazar e con l’eleganza che gli era propria dette la sua risposta. L’anno successivo Luciano prese il nostro “Guerin Meschino” al suo Festival, lo spettacolo vinse il premio per il Teatro d’Attore e quella fu una spinta straordinaria, da allora le mirabolanti avventure del cavaliere alla ricerca della propria identità sono state raccontate altre 400 volte, dalla cima al fondo dello stivale, e ogni giorno, nel retro del teatro, quando lo spettacolo sta per avere inizio, un pensiero va a Luciano Castellani. Quella “pacca” sulla spalla ha prodotto un effetto a cascata che non si è più fermato, da allora abbiamo prodotto altri venti spettacoli, dato vita a festival, rassegne, libri, progetti, idee, incontri, posti di lavoro, abbiamo semplicemente fatto il nostro cammino, ma senza quella spinta tutto quello che ne è seguito forse non ci sarebbe stato. Luciano Castellani per noi rappresenta questo, un punto di riferimento, un approdo, un uomo che ha aperto la porta della propria casa e ci ha ascoltato. Quando nel 1990 varammo la prima edizione del Festival di Porto Sant’Elpidio al suo prezioso insegnamento pensammo e nelle edizioni immediatamente successive inserimmo nel programma quello che ancora oggi è il “Premio Otello Sarzi, Nuove Figure del Teatro”, dedicato alle giovani compagnie di teatro per ragazzi in Italia, per offrire loro un punto di ancoraggio, un momento di confronto e di conforto, per dare ristoro, nella consapevole certezza che il cammino intrapreso è durissimo e che un gesto di amicizia e di solidarietà può fare molto. Luciano Castellani ha lavorato per dare dignità al teatro per i ragazzi, ha creato il Festival storico per questo genere teatrale, ha creato un centro studi e di documentazione, operando affinché tutti noi, che questo mestiere facciamo, acquisissimo la consapevolezza e l’importanza del lavoro svolto. Si è battuto per la diffusione del teatro per i ragazzi, per l’educazione del giovane pubblico a questa forma d’arte decisiva nella cultura occidentale, si è battuto contro tutto e tutti affinché i giovani andassero a teatro con i loro genitori e non “intruppati” nelle repliche scolastiche, si è battuto perché la sala fosse perfetta al momento dell’apertura e nessuno tecnico o attore si fosse mai permesso di uscire da un lato del sipario, ha lottato affinché il teatro per i ragazzi acquisisse il rigore e l’importanza di qualsiasi altro evento di teatro. Luciano Castellani ha agito lontano dagli intrecci e dalle strategie, è stato veramente una voce fuori dal coro, una voce troppo presto dimenticata, una voce che ha detto tanto e che oggi ha ancora molto da dire. L’eredità che ha lasciato è pesantissima e al contempo scomodissima, proprio per questo non sarà facile portare avanti il suo lavoro. A Renata e Micaela auguro di trovare la forza e la lucidità necessarie affinché l’insegnamento e il tenace lavoro di Luciano non vadano perduti.
Marco Renzi