Teatro Ragazzi G. Calendoli ONLUS

Teatro Ragazzi G. Calendoli ONLUS Padova

TESTIMONIANZA DE MATTEO

IL FESTIVAL di PADOVA

bip bip bip, sveglia? bip bip, sveglia! scarpe giacca borsone furgone vrrruumm... via semaforo curva autovelox casello stop capri rustico caffè pieno vrrruumm… via… pianura buio casello viacard il santo teatro Micaela Renata baci baci abbracci apri scarica apri chiodi martello legno sedia cavi proiettori domani, domani? domani! albergo borsone doccia caprera baccalà seppie radicchio bla bla bla poi... dormire. bip bip bip teatro chiodi martello proiettori cavi gira gira su giù giù spina scala pioli tanti punta stop caprera baccalà seppie bla bla bla stop camerino costume specchio trucco chi è di scena spettacolo bello bello si spera bello autografi tanti crampo camerini struccare albergo doccia caprera baccalà seppie bla bla bla stop stop stop bip bip bip teatro teatro bla bla bla mangiare bip teatro bla bla teatro stop bip bla mangiare bla sto bip bla e così tra un vrruum un bip una seppia e molti bla un incontro pensato organizzato e desiderato si consuma in soli tre giorni. E nonostante siano solo tre hai la sensazione di averne vissuti trenta, di giorni. Ti chiedi perché e trovi subito la risposta: perché i tre sono stati vissuti molto intensamente. Questa intensità la ritrovi in quell’incessante bla bla, in quel bisogno profondo di dare spazio alla logorrea tua e a quella di Renata e Micaela. Questo parlare parlare è un parlare che è cominciato un anno prima, è un parlare che si è rinnovato nei mesi precedenti col telefono con i fax con le mail, è il parlare di un anno intero. Potrei stare qui ad elucubrare su quanto sia importante l’esperienza teatrale di Padova, a dare spazio alla mia masturbatio mentis sull’analisi del confronto tra i diversi linguaggi teatrali, o a spiegare perché vincere il festival diventa una nota di merito per tutti gli operatori teatrali. Potrei ma non lo faccio. Ciò che invece voglio fare, voglio dire, è che, al di la di ciò che significa il festival dal punto di vista teatrale, ciò che realmente fa nascere in me il desiderio di andare a Padova è la possibilità di incontrare queste persone. Persone che hanno un profondo senso della ospitalità che va al di là dell’aspetto formale, persone con cui puoi esprimere liberamente le tue idee, con cui puoi essere realmente te stesso senza temere che il loro giudizio sul tuo teatro possa essere alterato dall’idea che inevitabilmente si fanno della tua persona. È questo che, ogni anno, ci spinge a compilare la domanda di partecipazione al festival; il piacere di logorarsi le corde vocali, non in scena ma a tavola, con gli interminabili bla bla. Un solo rammarico: il non poter scambiare ventiquattro chiacchiere con colui che non c’è più.

Virginio de Matteo

Direttore Artistico del Teatro Eidos

Museo Luzzati

Teatro Della Gran Guardia

Fondazione Caponnetto

Utopia